Articolo di luglio e agosto 2024

Cosa e quanto bere d’estate?

Che il nostro organismo debba essere adeguatamente idratato, soprattutto durante il periodo estivo, è ormai risaputo. Nell’organismo umano, infatti, l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita al punto che nell’adulto, rappresenta il 55-60% del peso corporeo. La sua presenza è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo. Inoltre, l’acqua entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’utilizzazione dei nutrienti stessi. L’acqua è anche il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche ed è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea. Inoltre, l’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di “ammortizzatore” nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione) e garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale.

Come tutte le sostanze chimiche che compongono il nostro corpo, l’acqua viene persa continuamente, e deve quindi, necessariamente, essere reintegrata dall’esterno. In condizioni normali le perdite giornaliere di acqua nell’individuo adulto si aggirano intorno al 3-4% del peso corporeo (2-2,5 litri). Perdiamo acqua attraverso le urine (circa 1300 mL/giorno), le feci (150 mL/giorno), la sudorazione e l’aria espirata che, insieme, assommano a circa 600-1000 mL/giorno, in funzione delle condizioni ambientali (un aumento di temperatura da 24 a 31°C determina il raddoppio di questa quantità), delle condizioni fisiologiche (un incremento della temperatura corporea di 2 °C, per esempio per un attacco febbrile, comporta il raddoppio delle perdite di acqua) e, ovviamente, del livello di attività fisica. 

Alla luce delle perdite idriche a cui è quotidianamente sottoposto il nostro organismo sorgono spontanee due domande: “quanto bisogna bere e soprattutto cosa bisogna bere giornalmente? Per rispondere a queste domande bisogna fare riferimento alla piramide della corretta idratazione. 

Al primo livello troviamo l’acqua, che ovviamente occupa la base della piramide, con il suggerimento di berne almeno 5 bicchieri (da 200 mL ciascuno) al giorno su un totale di circa 1,5-2 litri di liquidi, necessari per equilibrare il bilancio idrico fisiologico per un individuo che svolga un’attività sedentaria o comunque senza un particolare impegno muscolare, come un atleta, o non si trovi in condizioni climatiche “sfavorevoli”, come un muratore, un bagnino, ecc. Salvo indicazioni specifiche, in generale va bene consumare qualsiasi tipo di acqua, tanto quella del rubinetto quanto quella imbottigliata, entrambe sicure e controllate.

Al secondo livello troviamo tè, caffè decaffeinato, caffè d’orzo, infusi e tisane, ovvero bevande che, se gradite, possono integrare la restante quota idrica della giornata e, anzi, apportare sostanze fitochimiche utili per la salute. Il consumo suggerito varia da 0 a 3 bicchieri/tazze.

Al terzo livello sono presenti latte, centrifugati di verdure, spremute di frutta fresca e succhi di frutta al 100%, con l’indicazione di consumarne, complessivamente, 0-2 bicchieri.

Al quarto livello sono stati inseriti tutti gli altri tipi di “succhi”, con indicazione pari a 0-1 bicchiere, oppure 0-1 lattina di birra analcolica.

Al quinto livello è stato inserito il caffè (sia sotto forma di espresso che di filtrato all’americana) da assumere preferenzialmente senza zuccheri, con un consumo ipotizzato tra 0 e 5 tazzine equivalente a 0-200 mL di liquidi). 

Al sesto livello sono state inserite le bevande idrosaline formulate specificamente per la reidratazione, prima, durante o dopo un’intensa attività fisica, che si caratterizzano per la presenza di diversi tipi di zuccheri, elettroliti ma anche aromi e coloranti. 

Al settimo livello, apice della piramide, sono state inserite, infine, le bevande che per motivi diversi dovrebbero essere consumate solo occasionalmente: bibite analcoliche, gassate o non, a base di cola o altro (per la presenza di zuccheri, coloranti, ecc.), energy drink (gli energy drink e gli sport drink sono bevande che possono anche avere effetti collaterali se assunte abitualmente e smodatamente dai giovani), sciroppi e soft drink ad alta dolcificazione.

Studio di cure naturali

Professor Luca Mario PITROLO GENTILE 

Medico Dietologo e Nutrizionista

Whatsapp e Mobile 3331682902 

e-mail: lucamario.pitrologentile@virgilio.it

Il perché del lunedì

Cellulite? Integratori naturali e dieta drenante!

Cellulite? Integratori naturali e dieta drenante! Tra i vari trattamenti proposti in passato per la cura della cellulite l’approccio naturale con erbe medicinali o con i loro derivati è quello che ancor oggi offre considerevoli garanzie di riuscita in quanto agisce proprio sulle cause e non soltanto sugli effetti di questo fastidioso disturbo. La natura offre un’ampia scelta di mezzi e tra questi le erbe medicinali costituiscono quelli che presentano in questo campo i migliori indici di efficacia ed innocuità. Gli integratori naturali in grado di contrastare il progressivo peggioramento della cellulite agli arti inferiori sono numerosi. Tra questi si annoverano il Pungitopo, l’Amamelide, l’Ippocastano, la Centella, il Cardo mariano, la Vite rossa, il Cipresso, il Pepe d’acqua, la Borsa del pastore, l’Achillea millefoglie. Tutti questi rimedi naturali svolgono sostanzialmente un’azione ricostituente sulla parete dei vasi venosi e linfatici, un’azione antiedemigena sugli spazi intorno ai vasi e infine una azione vasocostrittrice sulle fibre muscolari lisce presenti nella parete venosa. Il grande vantaggio che la terapia naturale, inoltre, concede è quello di poter modulare l’intervento, poiché la grande varietà di rimedi vegetali esistenti consente una scelta ed un’utilizzazione degli stessi mirata e di facile integrazione. Come è noto la cellulite si accompagna spesso alla ritenzione idrica, condizione nella quale i liquidi vengono trattenuti dall’organismo senza essere correttamente drenati dai reni: ciò significa che il sistema linfatico non funzione bene. In questi casi, oltre agli integratori naturali, è consigliabile seguire una dieta drenante. Innanzitutto gli alimenti che favoriscono la ritenzione idrica debbono essere consumati con moderazione e segnatamente le bevande alcoliche, il caffè, il tè, il karkadè e le bevande che contengono sostanze simili alla caffeina come la cola, oltre al sale e ai cibi che ne sono ricchi, come salumi e formaggi stagionati. Inoltre, per contrastare l’insorgenza della ritenzione idrica è buona norma consumare 3 frutti e 2 porzioni di verdura al giorno per assumere sali minerali e vitamine antiossidanti che combattono i radicali liberi. Occorre bere almeno 1,5 o 2 litri di acqua al giorno per favorire il corretto ricambio dei liquidi e mantenere una buona idratazione. Bisogna abituarsi a bere tisane o infusi durante il giorno o dopo cena, in quanto aiutano l’eliminazione delle tossine in eccesso e favoriscono la circolazione linfatica e sanguigna.

Risotto alle ortiche

Ingredienti (per una porzione)

Riso 80 gr.

80 gr. di germogli di ortica

Mezzo porro

Mezzo bicchiere di birra

Brodo vegetale

1 cucchiaino da caffè di olio extravergine di oliva

Sale

Pepe

Preparazione

Pulite e scottate i germogli di ortica in abbondante acqua salata, scolateli e tritateli; affettate sottilmente il porro e fatelo rosolare con il cucchiaino di olio in una pentola antiaderente, unite il riso e bagnate con la birra; salate, pepate e portate il riso a cottura bagnando con il brodo vegetale; 5 minuti prima di spegnere unite l’ortica.

Ricetta elaborata dallo Studio di Cure Naturali 

Professor Luca Mario PITROLO GENTILE 

Medico Dietologo e Nutrizionista

Tel. 0294964925

Tel. 0294602864

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Sgombro crudo marinato

Ingredienti (per una porzione)

150 gr di filetti di sgombro fresco

1 peperone verde

1 pomodoro maturo

1 fetta di avocado

Mezza cipolla

Limone succo (mezzo)

Coriandolo fresco

1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

Sale

Pepe bianco

Preparazione

Tagliate la polpa di sgombro a cubetti e fatela marinare per un’ora nel succo di limone in cui avrete sciolto il sale; pelate il pomodoro e sbollentatelo in acqua bollente, scolatelo e privatelo dei semi, tritatelo insieme al peperone e la cipolla; unite la verdura al pesce e conditela con sale, pepe, il coriandolo e il cucchiaino di olio; lasciate riposare in frigorifero e al momento di consumarlo unite l’avocado a dadini.

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Asparagi al pomodoro

Ingredienti (per una porzione)

200 gr di asparagi

1 spicchio d’aglio

Sugo di pomodoro o passata

Origano

Timo

1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

1 cucchiaino di formaggio grana

Sale

Preparazione

Cuocete gli asparagi in abbondante acqua salata, scolateli e disponeteli in una teglia da forno unta con il cucchiaino di olio; cospargeteli con il sugo di pomodoro, il sale, l’origano, il timo, l’aglio schiacciato e il cucchiaino di grana; passate in forno per alcuni minuti.

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Articolo di aprile 2024

Ma la fame che cos’è?

Conoscere le abitudini alimentari di un soggetto e tenere conto del complesso rapporto che questo contrae con il cibo, è di fondamentale importanza per il nutrizionista. Soltanto sulla scorta di queste informazioni sarà possibile rendere un qualsivoglia regime dietetico conforme allo stile di vita di un individuo in modo tale da consentirgli di seguirlo senza difficoltà. Tuttavia una dieta, per quanto equilibrata, generosa, piacevole, adeguata e necessaria possa essere, resta pur sempre una dieta e tra le difficoltà che si frappongono fra il suo inizio e il suo termine, fra i lacciuoli che sovente ne ostacolano il buon completamento compare la supplica che il paziente rivolge al medico: “Dottore, la prego, mi dia qualcosa per tenere a bada la fame?” Ma la fame che cos’è? Il termine “fame “significa forte desiderio di cibo e si accompagna a diverse sensazioni. Per esempio, una persona che abbia digiunato per molte ore presenta a carico dello stomaco contrazioni ritmiche, dette contrazioni da fame. Queste provocano un senso di stretta o di morsa in corrispondenza dello stomaco e talvolta danno veri e propri dolori, detti appunto dolori da fame. Oltre a ciò, un soggetto affamato appare più teso ed irrequieto del solito e spesso avverte una strana sensazione diffusa che in termini non fisiologici viene definita “agitazione”. Il processo alimentare è un fenomeno di grande complessità la cui regolazione rappresenta un esempio di funzione integrata. Il controllo della assunzione di cibo può essere distinto in una regolazione a lungo termine, che si attua nell’arco di settimane o di mesi, ed una regolazione a breve termine che si riferisce alla regolazione della fame e dell’assunzione di cibo di minuto in minuto di ora in ora. La regolazione a lungo termine riguarda principalmente il mantenimento delle normali riserve nutritive dell’organismo. Quella a breve termine è connessa principalmente con gli effetti immediati del cibo sull’apparato digerente. Alla regolazione partecipano segnali umorali, sia di tipo ormonale che correlati alla composizione corporea, ambientali, legati alla ricerca e presenza del cibo, sociali, relativi alla dinamica di gruppo (amici, familiari, etc.). A livello individuale il controllo dell’assunzione di cibo presenta una importante componente cerebrale, che guida le preferenze alimentari, determina lo stato di benessere presente in tutte le specie animali alla fine del pasto e, nell’uomo, rappresenta un non secondario fattore socio-culturale. Le sensazioni di fame e di sazietà svolgono un ruolo importante nella regolazione del comportamento alimentare.  Determinate da stimoli psichici, sensoriali, orali, digestivi, vegetativi e metabolici, attraverso vie nervose ed umorali, influenzano l’attività di alcune strutture localizzate a livello cerebrale e segnatamente nell’ipotalamo. Per lungo tempo si è attribuito a due regioni ipotalamiche, la ventro-mediale e la ventro-laterale, il ruolo rispettivamente di” centro della sazietà” e” centro della fame”.  Con il tramontare però delle teorie dei “centri”, intesi come nuclei cerebrali distinti, responsabili di avviare o arrestare un processo, ed il subentrare di una più realistica concezione dell’organizzazione cerebrale a “reti” nervose, queste due regioni hanno perso il ruolo che veniva loro attribuito nel controllo dell’assunzione di cibo. Come accade, infatti, per ogni funzione integrata, sono molte le regioni cerebrali coinvolte in questo processo. In altri termini, è realistico affermare che, come per tutte le funzioni integrate, l’intero Sistema Nervoso Centrale partecipi alla regolazione del processo alimentare (sensazione di fame e di sazietà) e che l’ipotalamo, nel suo insieme, rappresenti soltanto la regione chiave del controllo, intesa come crocevia integrativo di segnali diversi. I segnali che determinano l’avvio e l’arresto del processo alimentare tuttavia rimangono ancora non ben definiti. Recenti acquisizioni pongono in evidenza nuove sostanze in grado di aumentare od inibire il processo alimentare, ma nessuna di queste, considerata isolatamente, basta a spiegare nella sua interezza un processo così complesso, come quello alimentare appunto. Si ritiene oggi che il segnale “fame” sia di origine nervosa centrale e sia tonicamente attivo, cioè sempre presente e ad un livello adeguato. Questo stimolo tonico all’assunzione di cibo verrebbe interrotto da un segnale di origine periferica, legato forse alla distensione della parete gastrica, che determina anche soggettivamente la sensazione di sazietà. L’aver indugiato sui meccanismi con cui viene regolato il processo di assunzione alimentare apparirà al lettore sicuramente ostico ma aiuterà a comprendere meglio gli articoli che prossimamente dedicheremo alla trattazione degli integratori indicati per il controllo della fame.  

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Professor Luca Mario PITROLO GENTILE 

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Articolo di giugno 2024

Cellulite? Dieta e integratori!

Quale alimentazione seguire per combattere la cellulite?

Ricordate che esistono alimenti amici e alimenti nemici della cellulite. L’acqua è amica, Il sale è nemico. Il primo comandamento da osservare, dunque, è bere molto. Infatti, l’errore che più frequentemente viene commesso dai soggetti affetti da cellulite consiste nel bere poca acqua durante la giornata. La corretta idratazione prevede un consumo di acqua che va da 8 a 10 bicchieri al giorno, corrispondenti a circa 1.5-2 L. Alcuni sostengono che le acque oligominerali, rispetto a quelle mineralizzate, contrastino meglio la cellulite ma si tratta di una notizia falsa, poiché ciò che più conta non è la qualità bensì la quantità di acqua assunta giornalmente.

Oltre ad una corretta idratazione, per evitare la ritenzione idrica e il conseguente peggioramento della cellulite è opportuno evitare i cibi che, causando ritenzione idrica, favoriscono il ristagno linfatico e venoso. Tra questi ricordiamo in primo luogo il sale. È consigliabile ridurre al minimo il sale aggiunto alle pietanze per insaporirle (es. nell’acqua di cottura della pasta, nell’insalata, nelle verdure, etc.) poiché è un’importante fonte di sodio, elemento con un ruolo primario nella distribuzione dei liquidi corporei. Non dimentichiamo che un suo eccesso favorisce il ristagno dei liquidi. Come fare allora per insaporire i primi piatti e i passati di verdure? Semplice! Al posto del sale, è possibile utilizzare le spezie oppure un cucchiaino di formaggio grana grattugiato. Per ridurre l’ingestione di ingenti quantità di sale, inoltre, bisogna evitare anche il consumo di quei cibi che per la loro conservazione richiedono il processo di salagione come i cibi in salamoia, gli insaccati come salsiccia, salame, coppa, i formaggi stagionati e il pesce affumicato sottovuoto.

Tuttavia, anche se potrà sembrare strano, vanno limitati anche legumi, pomodori pelati, zuppe, carni, tonno ed altri alimenti in scatola, in quanto per la loro conservazione prevedono l’aggiunta di considerevoli quantità di cloruro di sodio. In conclusione è bene rimarcare che una dieta sana può migliorare la pelle e il tessuto connettivo rendendoli più forti, più sani e più elastici. Mangiare bene e rimanere idratati eviterà, quindi, la ritenzione idrica che esacerba la comparsa della cellulite. 

Ma quando l’alimentazione risulta insufficiente, a quali trattamenti è possibile ricorrere per combattere la cellulite? Tra i vari trattamenti proposti in passato per la cura della cellulite l’approccio naturale con erbe medicinali o con i loro derivati è quello che ancor oggi offre considerevoli garanzie di riuscita in quanto agisce proprio sulle cause e non soltanto sugli effetti di questo fastidioso disturbo. La natura offre un’ampia scelta di mezzi e tra questi le erbe medicinali costituiscono quelli che presentano in questo campo i migliori indici di efficacia ed innocuità. Gli integratori naturali in grado di contrastare il progressivo peggioramento della cellulite agli arti inferiori sono numerosi. Tra questi si annoverano il Pungitopo, l’Amamelide, l’Ippocastano, la Centella, il Cardo mariano, la Vite rossa, il Cipresso, il Pepe d’acqua, la Borsa del pastore, l’Achillea millefoglie. Tutti questi rimedi naturali svolgono sostanzialmente un’azione ricostituente sulla parete dei vasi venosi e linfatici, un’azione antiedemigena sugli spazi intorno ai vasi e infine una azione vasocostrittrice sulle fibre muscolari lisce presenti nella parete venosa. Il grande vantaggio che la terapia naturale, inoltre, concede è quello di poter modulare l’intervento, poiché la grande varietà di rimedi vegetali esistenti consente una scelta ed un’utilizzazione degli stessi mirata e di facile integrazione. Come è noto la cellulite si accompagna spesso alla ritenzione idrica, condizione nella quale i liquidi vengono trattenuti dall’organismo senza essere correttamente drenati dai reni: ciò significa che il sistema linfatico non funzione bene. In questi casi, oltre agli integratori naturali, è consigliabile seguire una dieta drenante caratterizzata da un consumo moderato degli alimenti che favoriscono la ritenzione idrica come le bevande alcoliche, il caffè, il tè, il karkadè e le bevande che contengono sostanze simili alla caffeina come la cola, oltre al sale e ai cibi che ne sono ricchi, come salumi e formaggi stagionati. Inoltre, per contrastare l’insorgenza della ritenzione idrica è buona norma consumare 3 frutti e 2 porzioni di verdura al giorno per assumere sali minerali e vitamine antiossidanti che combattono i radicali liberi. La dieta, naturalmente, va sempre personalizzata in base al peso, alla statura, all’età, al sesso di appartenenza e al metabolismo basale di ciascun soggetto.

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