I dolci del periodo natalizio sono tanti e nel nostro Paese variano da regione a regione. Se volessimo analizzarli tutti dovremmo scrivere un libro. Fortunatamente, però, tanto per gli ingredienti utilizzati che per il valore energetico posseduto, si assomigliano molto. Vediamo quindi in dettaglio alcuni tra i dolci di Natale più diffusi e analizziamo la loro tabella nutrizionale per assumerli consapevolmente.
Panettone: 100 grammi di panettone classico contengono mediamente 56.2 g di carboidrati, di cui 30.3 g di amidi e 22.9 g di zucchero, 10.7 g di grassi e 6.4 g di proteine, per un apporto calorico di 337 calorie (kcal) per etto. Attenzione però alle quantità, perché un panettone da 1 kg viene solitamente diviso in 6 fette, quindi circa 166 g l’una, e, in questo caso, le calorie diventano circa 510 kcal per fetta.
Pandoro: 100 grammi di pandoro contengono mediamente 49 g di carboidrati, di cui 22 g di zucchero, 20 g di lipidi (di cui 13 g di grassi saturi), 8.2 g di proteine, per un apporto calorico di 390 kcal per etto. Anche in questo caso, una fetta media può essere di 150 g e apporta circa 585 kcal.
Torrone: 100 grammi di torrone alla mandorla contengono mediamente 52 g di zucchero, 26.8 g di grassi e 10,8 g di proteine, per un apporto calorico di 479 kcal. Tra una chiacchiera e un’altra, 100 g di torrone si mangiano in 5 minuti.
ABBIATEGRASSO – Mercoledì 15 novembre
Il Prof. Luca Mario Pitrolo Gentile ha tenuto una conferenza, presso l’ex Convento dell’Annunciata, per parlare di un fenomeno inevitabile per tutti gli esseri viventi: l’invecchiamento.
In una parola è racchiuso il processo naturale, continuo e graduale di mutamento del corpo. L’insieme dei molteplici cambiamenti che avvengono nell’organismo, con il progredire dell’età, è una fase normale dello sviluppo biologico. Il punto di vista medico-scientifico rivela che l’invecchiamento consiste in un processo di degenerazione che coinvolge organi, tessuti e cellule arrivando alla fine della vita.
Ciò avviene a causa del progressivo indebolimento dell’organismo e rallentamento delle funzioni fisiologiche.L’inizio di questo processo avviene intorno ai 30 anni, dopo il raggiungimento della maturità. È interessantescoprire che le persone non s’interessano a questo inevitabile destino, finché i problemi non prendono ilsopravvento sulla salute. Alla conferenza erano presenti individui con un’età media elevata. In questo lungoperiodo della vita avviene una graduale diminuzione della funzionalità dei vari organi, oltre al progressivoaumento delle malattie croniche. I principali responsabili di tale declino sono i cosiddetti “Radicali Liberi”. Essisono atomi o molecole danneggiate che, a loro volta, deteriorano le cellule del corpo umano intaccando ilSistema Immunitario.
Il Prof. Pitrolo ha spiegato in modo semplice ed esaustivo il significato e la funzione dei Radicali Liberi, nonchécome prevenire i danni da loro causati all’organismo umano. Se tali molecole, o atomi, sono prodotte ineccesso attraverso le risorse interne dell’organismo, il metabolismo subisce un’alterazione che, a sua volta,danneggia i tessuti.
I danni ai tessuti prendono il nome di “Stress Ossidativo” e possono portare l’aterosclerosi e l’ipertensione, il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer, il diabete o l’obesità oppure i tumori. I fattori responsabili della produzione dei radicali liberi possono essere anche di tipo ambientale, come l’inquinamento o le droghe, il fumo attivo e passivo, l’alcol e i farmaci, i raggi ultravioletti e le radiazioni ionizzanti, lo stress psicofisico prolungato e alcuni additivi o sostanze tossiche presenti negli alimenti.
L’organismo usa naturalmente un sistema efficace per mantenere in equilibrio le funzioni vitali: gli antiossidanti. Essi sono degli enzimi in grado di decomporre e sequestrare gli agenti ossidanti. Essi riescono, di solito, a ripristinare gli atomi distrutti e i radicali liberi tornano a essere atomi sani. In alcuni casi è necessario aiutare questi enzimi assumendo con l’alimentazione integratori utili e cambiando stile di vita. Alcuni antiossidanti naturali sono la vitamina A, C, E, il selenio, il licopene e il coenzima Q10. Durante la lezione delProf. Pitrolo è emerso che l’esercizio fisico è utile per aumentare la quantità di energia prodotta dall’organismo, ma incrementa anche la produzione di agenti ossidanti.
Luca Mario Pitrolo Gentile è un medico dietologo nutrizionista, nato a Milano e residente in Abbiategrasso, appassionato cultore dello studio delle piante medicinali e della nutrizione umana. Ha insegnato medicina naturale presso diversi istituti culturali, tra cui la Fondazione Luigi Clerici di Abbiategrasso e la Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo.
Sul finire della conferenza il Prof. Pitrolo si è reso disponibile per maggiori informazioni rispondendo alle domande del pubblico in sala. Egli ricorda che sul suo sito www.lucamariopitrologentile.it è possibile trovare tutte le informazioni utili riguardo allo “Studio di Cure Naturali”. Il Professore ha collaborato con varie testate della Casa Editrice Arnoldo Mondadori, come Star Bene e Marie Claire, e con Rai 2 per la realizzazione del programma “Segreti per voi”. Ci si auspica di vedere altri programmi culturali, a favore della salute dell’individuo, sui mezzi di comunicazione di massa. L.C.
Se nel corso dell’anno c’è un periodo tanto atteso quanto temuto, questo è il periodo delle festività Natalizie. Chi lo attende sa che col suo arrivo vedrà comparire sulle tavole ogni sorta di leccornia, chi lo teme sa che col suo arrivo dovrà fare i conti col peso corporeo.
Del resto come biasimare chi si abbandonerà a qualche tentazione? La nonna non diceva sempre: “Lo spirito è forte, ma la carne è debole!” Aumentano le occasioni per socializzare e, fatalmente, quelle per sedersi a tavola a mangiare, sia in ambito lavorativo, che in ambito amicale e familiare. In queste circostanze non è sempre facile resistere alle tentazioni, ma occorre derogare con giudizio. Molte pietanze e dolci natalizi hanno un elevato apporto calorico, derivato soprattutto da zuccheri e grassi. Stiamo parlando di prodotti come pandoro e panettone che arrivano nei supermercati già dalla fine ottobre. Può quindi capitare di acquistare e mangiare un panettone o un torrone settimane prima della Vigilia di Natale o dell’Epifania, continuando a consumarli fino a fine gennaio: questo può incidere parecchio sul nostro peso. Godiamoci le feste, ma cerchiamo di mangiare i dolci di questo periodo solo nei pochi giorni deputati, non per due interi mesi e mai nel quotidiano.
I dolci del periodo natalizio sono tanti e nel nostro paese variano da regione a regione. Analizzarli tutti richiederebbe un libro, ma fortunatamente, dal punto di vista degli ingredienti e del valore calorico, si assomigliano molto. Vediamo quindi in dettaglio alcuni dei dolci di Natale più diffusi e analizziamo la loro tabella nutrizionale per assumerli consapevolmente.
PANETTONE: 100 grammi di panettone classico contengono mediamente 56.2 g di carboidrati, di cui 30.3 g di amidi e 22.9 g di zucchero, 10.7 g di grassi e 6.4 g di proteine, per un apporto calorico di 337 calorie (kcal) per etto. Attenzione però alle quantità, perché un panettone da 1 kg viene solitamente diviso in 6 fette, quindi circa 166 g l’una, e, in questo caso, le calorie diventano circa 510 kcal per fetta.
PANDORO: 100 grammi di pandoro contengono mediamente 49 g di carboidrati, di cui 22 g di zucchero, 20 g di lipidi (di cui 13 g di grassi saturi), 8.2 g di proteine, per un apporto calorico di 390 kcal per etto. Anche in questo caso, una fetta media può essere di 150 g e apporta circa 585 kcal.
TORRONE: 100 grammi di torrone alla mandorla contengono mediamente 52 g di zucchero, 26.8 g di grassi e 10,8 g di proteine, per un apporto calorico di 479 kcal. Tra una chiacchiera e un’altra, 100 g di torrone si mangiano in 5 minuti.
PASTA DI MANDORLE: 100 grammi di pasta di mandorle contengono mediamente 54.6 g di zucchero, 23.4 g di grassi e 9.9 g di proteine, per un apporto calorico di 455 kcal. Una fragola o arancio di pasta di mandorle può pesare circa un etto.
CIOCCOLATO AL LATTE: 100 grammi di cioccolato al latte contengono mediamente 50.5 g di zucchero, 36.3 g di grassi (10 mg di colesterolo) e 7.3 g di proteine, per un apporto calorico di 552 kcal. In media, una tavoletta da 100 g è fatta di 20 quadratini di cioccolata, pertanto, anche solo mangiandone due, introdurremo 55 kcal.
PANPEPATO: 100 grammi di panpepato contengono mediamente 47.8 g di carboidrati, di cui 30.8 g di zuccheri, 26.2 g di lipidi (di cui 2.9 g di grassi saturi) e 9.3 g di proteine, per un apporto calorico di 585 kcal. Un piccolo pezzo di panpepato pesa circa 30 g e può apportare 195 kcal.
PANFORTE: 100 grammi di panforte contengono mediamente 59 g di carboidrati, di cui 28.7 g di zuccheri, 14.2 g di lipidi (di cui 1.0 g di grassi saturi) e 5.13 g di proteine, per un apporto calorico di 392 kcal. Un piccolo pezzo di panforte pesa circa 30 g, pari a circa 130 kcal.
CARAMELLE: 100 gr di caramelle apportano mediamente 91.6 g di zuccheri, 0 g di lipidi e 0 g di proteine, per un apporto calorico medio di 344 kcal. Le caramelle non sono tutte uguali ma, generalmente, possiamo dire che pesano 5 g cadauna e apportano circa 18 kcal.
MARRON GLACE’: 100 grammi di marron glacé contengono mediamente 76 g di carboidrati, di cui 58 g di zuccheri, 0.5 g di grassi e 5.13 g di proteine, per un apporto calorico di 325 kcal. Un marrone intriso di sciroppo di zucchero e glassato pesa circa 20 g e apporta 65 kcal, mangiarne 3 o 4 è un attimo.
Studio di Cure Naturali
Professor Luca Mario PITROLO GENTILE
Medico Dietologo e Nutrizionista
Tel. 0294964925
Tel. 0294602864
Whatsapp e Mobile 3331682902
Ingredienti (per una porzione)
2 grosse fette d’anguria
1 lime
Menta
Preparazione
Riducete le fette d’anguria e il lime a pezzi, aggiungete la menta e centrifugate.
Ricetta elaborata dallo Studio di Cure Naturali
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Ingredienti (per una porzione)
80 gr di maccheroni
Pomodorini ciliegia
Rucola
Sale
Pepe
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Preparazione
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e lasciatela raffreddare; tritate la rucola finemente e mescolatela con i pomodorini tagliati a spicchi e la pasta; salate, pepate e condite con un filo d’olio; lasciate raffreddare in frigorifero.
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Ingredienti (per una porzione)
1 fetta di pane pugliese
70 gr di mozzarella di bufala
Pomodorini ciliegia
Aglio
Sale
Pepe
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Origano
Preparazione
Sfregate il pane con l’aglio e spennellate con l’olio; tagliate a cubetti i pomodorini e metteteli in una ciotola con origano, sale e pepe; accendete il forno in modalità grill a 180° e disponete sul pane la mozzarella e i pomodori; infornate per pochi minuti.
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Le malattie che provocano dolori all’apparato locomotore sono molte e diverse tra loro. In passato si pensava che tutti i dolori legati all’apparato locomotore fossero dovuti ad un’unica causa e così, per ogni disturbo di questo genere, si usava il termine generico di reumatismo. Quest’ultimo deriva dal greco re, che significa scorrere, e sta ad indicare tutte le malattie che sono caratterizzate dallo scorrere dei dolori da un’area all’altra del corpo umano. Oggi sappiamo che le malattie reumatiche possono avere cause diverse e, in rapporto a queste, vengono classificate e chiamate in modo diverso. Tutti questi disturbi, tuttavia, hanno in comune la tendenza a far soffrire chi ne è affetto e spesso a comprometterne lo svolgimento delle normali attività quotidiane, anche delle più semplici.
Le malattie a carico dell’apparato locomotore che più frequentemente causano la comparsa di dolori sono l’artrosi, l’artrite e l’osteoporosi.
Sul piano terapeutico il comune denominatore di queste affezioni è il fatto che dopo un ciclo di antiinfiammatori somministrati per via sistemica il dolore scompare in una piccola percentuale di casi, ma in una parte di gran lunga più significativa si riduce solo in parte o, peggio, resta immodificato. Viene richiesto allora il ricorso a terapie fisiche quali cinesi, ionoforesi, ultrasuoni, infrarossi, marconi, magneto, laser, onde d’urto e via dicendo.
Tuttavia quando anche queste pratiche risultano inefficaci è allora possibile tentare con la Medicina Naturale. L’apporto di questa disciplina, in reumatologia, è particolarmente indicato per dolori la cui causa sia da attribuirsi ad una infiammazione a carico dell’apparato osteo-articolare. Si avvale di rimedi sia per uso esterno (piante come tali, o sotto forma di oli), sia per uso interno (tisane, gocce, perle, compresse).
Numerosi farmaci contengono principi attivi chimici di derivazione sintetica. Ecco perché chi è intollerante ai farmaci o desidera una cura naturale si rivolge con fiducia alla Medicina Naturale. I rimedi naturali per i dolori sono costituiti da oli essenziali antireumatici estratti da numerose piante che possono essere applicati per uso esterno con un protocollo che prevede la Sonoforesi, il Cupping e il Massaggio. La Sonoforesi naturale ha inizio con l’esame obiettivo del paziente per determinare con precisione la patologia che da origine al dolore.Successivamente vengono applicate sulla cute le sostanze naturali dotate di potere antidolorifico ed antinfiammatorio. E infine per mezzo della Sonoforesi le sostanze naturali vengono fatte diffondere in profondità. Il Cupping prevede l’applicazione di coppette di vetro sulla cute e la rimozione dell’ossigeno al loro interno mediante aspirazione con un’apposita pistola. Quando si crea il vuoto, la pelle e lo strato sottostante vengono risucchiati, richiamando più sangue. Il maggior afflusso di sangue e il calore prodotto stimolano il rilassamento del muscolo e aiutano ad attenuare il dolore.
Il Massaggio naturale ha inizio con la scelta degli oli essenziali provenienti da piante antireumatiche che vengono spalmati sulle mani per essere riscaldati e prontamente disponibili all’assorbimento da parte della pelle. L’operatore che eseguirà questo massaggio continuerà con lo sfioramento, l’impastamento e la battitura che stimolano la vascolarizzazione dei muscoli superficiali e agevolano la distensione muscolare.
Infine, il protocollo terapeutico prevede l’applicazione del cataplasma galenico.
Anni di studi e di applicazioni hanno permesso di ottimizzarne la formula e confermarne la qualità, ampliando i campi di utilizzo. Un ciclo prevede alcune sedute. L’Impacco inizia ad agire immediatamente, offrendo sollievo sin dalle prime applicazioni. La sua azione si rivela particolarmente rapida su problematiche acute, tuttavia vengono trattati con successo anche problemi cronici. La formulazione del cataplasma prevede la sinergia tra numerose erbe, rendendolo versatile nel trattamento di svariate patologie. L’Impacco vanta proprietà antinfiammatorie e stimolanti della microcircolazione che migliorano l’ossigenazione dei tessuti nella zona interessata e ne favoriscono la riparazione e il rinnovo cellulare.
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Ingredienti (per una porzione)
100 gr di avena
1 zucchina
1 cipollotto
4o 5 pomodorini ciliegia
2 cucchiai di mais
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Preparazione
Cuocete l’avena in abbondante acqua salata, tagliate a rondelle il cipollotto, la zucchina a dadini e i pomodorini a metà; lasciate raffreddare l’avena, aggiungete le verdure e il mais, salate e pepate.
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Ingredienti (per una porzione)
Gamberoni (7/8)
1 finocchio
Insalata verde
Ananas
Mirtilli
Lime
Arancia
Sale
Pepe
Preparazione
Cuocete in forno a 180° i gamberoni sgusciati con un filo d’olio ; nel frattempo, tagliate sottile il finocchio, l’ananas a cubetti e mettete su un piatto alcune foglie di insalata e i mirtilli; adagiatevi i gamberoni ed emulsionate con succo di lime e arancia.
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Ingredienti (per una porzione)
1 fetta di anguria
70 gr di feta
Menta
Limone
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Preparazione
Tagliate a cubetti l’anguria e la feta e infilzatele negli stecchini per gli spiedini, condite con un cucchiaino di olio, sale e pepe, menta e limone.
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La fame, dal latino fames, è una sensazione fisiologica che viene avvertita a distanza di tempo variabile dal pasto e che è caratterizzata dal viscerale bisogno di cibo. Si manifesta dapprima nella forma lieve di appetito, poi in quella più forte di fame vera e propria, caratterizzata dal desiderio imperioso di cibo, da crampi dolorosi all’epigastrio, da malessere e debolezza generalizzati che possono culminare, in casi estremi, nello svenimento.
Il centro che regola fame e sazietà, il nostro termostato dell’appetito (chiamato anche “centro della fame”), si trova nel cervello e, più precisamente, nell’ipotalamo. In quest’area del cervello i nutrienti, quali carboidrati, proteine e grassi, regolano alcuni mediatori che controllano, accendendo o spegnendo, il senso di fame e sazietà.
Tra i mediatori che regolano la fame e la sazietà ricordiamo due ormoni e segnatamente la grelina, che stimola l’appetito, e la leptina, che, invece, regola il senso di sazietà.
Il rilascio di questi ormoni viene, a sua volta, condizionato da quello che mangiamo.
Infatti, è fondamentale che ogni pasto apporti, in proporzioni equilibrate, zuccheri, proteine e fibre. Gli zuccheri provenienti da cereali integrali quali pane, pasta riso, polenta, risultano più sazianti in quanto rendono stabile la glicemia. Le proteine derivate dalla carne, dal pesce, dalle uova, dai legumi e dai formaggi freschi o stagionati come il Grana, sono fondamentali per sopprimere l’appetito e promuovere il senso di sazietà più a lungo. I legumi la verdura e la frutta, infine, essendo ricchi di acqua e fibre, aiutano a controllare meglio il senso di fame.
Ma non dimentichiamo che la fame, oltre ad avere una origine fisiologica, può, in certi casi, avere anche un’origine psicologica.
Quando l’appetito o la fame non nascono dalla necessità d’energia, ma da meccanismi di compensazione emotivo-affettiva si definiscono “appetito o fame nervosa”. Queste sensazioni sono spinte dalla necessità di trovare emozioni e sensazioni positive che la normale vita non ci da. Quando si sazia questo tipo di appetito o fame è come ricevere una carezza “metabolica emotiva” che porta sensazioni positive, ma con tutte le conseguenze negative dell’alimentazione impulsiva, lontana dall’equilibrata alimentazione.
In questi casi, per controllare l’appetito o la fame nervosi, oltre ad una alimentazione equilibrata, che preveda l’assunzione, in proporzioni adeguate, di zuccheri, proteine, grassi e fibre, è possibile adottare una condotta, detta, con termine anglosassone, mindful eating e che, tradotta, suona come “mangiare consapevolmente”.
In pratica, occorre fare pasti regolari e non saltare mai la prima colazione, né i pasti principali della giornata. Bisogna masticare bene e lentamente, abitudine che permetterà di non esagerare col cibo, in quanto il cervello impiega circa 15-20 minuti per recepire il segnale di sazietà dallo stomaco. Ci si deve impegnare per dare valore al momento del pasto, gustando con calma ogni boccone ed evitando distrazioni come guardare la TV o il telefonino, e trasformare il pasto da “tappabuchi” per la noia, la rabbia e altre emozioni, in una esperienza di valore.
Anche dormire e fare attività fisica aiutano a ridurre la fame, aumentare la funzionalità del metabolismo e favorire l’utilizzo dei grassi per produrre energia.
Se non si dorme a sufficienza, il sonno diviene poco riposante e questo fa aumentare il livello di grelina e diminuire quello di leptina, sregolando i segnali degli ormoni della fame e della sazietà.
La grelina aumenta anche in situazioni di stress, in particolare se frequente o cronico e può contribuire a sviluppare una fame nervosa e desiderare cibi calorici ricchi di zuccheri e grassi.
L’attività fisica costante, aerobica o di rinforzo muscolare, invece, sopprime la produzione di grelina e produce endorfine che aiutano a dormire, diminuire lo stress e la fame. Attenzione però perché allenamenti intensi e protratti nel tempo possono, al contrario, aumentare la produzione di grelina. Come sempre, esiste in tutto una giusta misura.
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Ingredienti (per una porzione)
Riso Basmati 80 gr
1 zucchina
Cipolla
Pomodorini 2/3
Sale
Pepe
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Preparazione
Tagliate a dadini la zucchina e in una pentola antiaderente fate dorare la cipolla con il cucchiaino di olio, unite la zucchina e poca acqua; aggiungete i pomodorini tagliati a metà e il sale; cuocete a parte il riso e mescolatelo con le verdure spolverizzandolo con pepe.
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Ingredienti (per una porzione )
Orata
Lime 1
Arancia 1
Sale
Pepe
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Preparazione
Stendete su carta stagnola l’arancia tagliata a fettine e sopra disponetevi le fettine di lime, salate e pepate; mettete sopra il letto di agrumi l’orata salate e pepate e inserite all’interno del pesce una fettina di lime e una d’arancia; sopra il pesce appoggiate altre fettine di agrumi e irrorate con succo di lime e un cucchiaino di olio; chiudete il cartoccio e infornate a 200° per circa 20 minuti.
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Ingredienti (per una porzione)
Mezzo melone
Ravanelli 100 gr
Insalata iceberg q.b.
Menta
Pomodorini ciliegia q.b.
Feta 80 gr
Sale
Aceto balsamico
Preparazione
Pulite il melone e tagliatelo a dadini, affettate sottilmente i ravanelli e tagliate la feta a piccoli pezzi; unite a tutti gli ingredienti l’insalata, i pomodorini tagliati a metà, salate e condite con aceto balsamico e menta tritata.
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Se nel corso dell’anno c’è un periodo tanto atteso quanto temuto, questo è il periodo delle festività Natalizie. Chi lo attende sa che col suo arrivo vedrà comparire sulle tavole ogni sorta di leccornia, chi lo teme sa che col suo arrivo dovrà fare i conti col peso corporeo.
Del resto come biasimare chi si abbandonerà a qualche tentazione? La nonna diceva sempre: “Lo spirito è forte, ma la carne è debole!” Aumentano le occasioni per socializzare e, fatalmente, quelle per sedersi a tavola a mangiare, sia in ambito lavorativo, che in ambito amicale e familiare. In queste circostanze non è sempre facile resistere alle tentazioni, ma occorre derogare con giudizio. Molte pietanze e dolci natalizi hanno un elevato apporto calorico, derivato soprattutto da zuccheri e grassi. Stiamo parlando di prodotti come pandoro e panettone che arrivano nei supermercati già dalla fine ottobre. Può quindi capitare di acquistare e mangiare un panettone o un torrone settimane prima della Vigilia di Natale o dell’Epifania, continuando a consumarli fino a fine gennaio: questo può incidere parecchio sul nostro peso. Godiamoci le feste, ma cerchiamo di mangiare i dolci di questo periodo solo nelle feste comandate, non per due interi mesi e mai nel quotidiano.