Articolo di giugno 2025

Alimentazione: i sette peccati capitali

Alimentazione: i sette peccati capitali

L’alimentazione umana ha seguito di pari passo l’evoluzione della specie umana ed è stata influenzata da fattori come la scoperta del fuoco, l’agricoltura e la migrazione in diverse aree geografiche. Questa continua evoluzione, influenzata da fattori ambientali, tecnologici e culturali, ha portato all’attuale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione generale. Il mutare qualitativo e quantitativo dei consumi alimentari, se da un lato ha permesso, rispetto al passato, la scomparsa delle malattie da carenza come scorbuto, pellagra, rachitismo e anemia, dall’altro ha causato l’attuale comparsa delle malattie da eccesso come l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la gotta, l’iperlipemia, l’aterosclerosi e i tumori. Questo fenomeno è riconducibile in generale ad una scorretta condotta alimentare ed in particolare a 7 peccati capitali.

Il primo peccato è costituito dall’eccessivo consumo di carboidrati complessi, raffinati e non integrali, nonché di zuccheri semplici, come il saccarosio. Questo causa molte patologie tra cui obesità, diabete, iperinsulinemia e resistenza insulinica, sindrome metabolica, ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemie, sindrome dell’ovaio policistico, acne, gotta ed alcune forme di tumore (colon, seno, prostata).

Il secondo peccato è costituito dall’eccessivo consumo di grassi. Ridurre salumi e formaggi, in quanto ricchi di grassi saturi, abbondare con il pesce ricco di grassi insaturi e utilizzare 2 cucchiai al giorno di olio di semi di lino, permettono di assicurarsi l’introito adeguato di omega 3. Altro problema, poi, che riguarda i grassi, è la massiccia introduzione nei cibi industriali di grassi idrogenati che non vengono metabolizzati dal corpo umano e hanno effetti davvero devastanti sul metabolismo.

Il terzo peccato è costituito dall’eccessivo consumo di cibi animali. Vi sono numerosi studi scientifici che dimostrano una correlazione tra l’eccessivo consumo di carne, in particolare di carne rossa, e un aumento del rischio di sviluppare tumori, soprattutto del colon-retto, malattie cardiovascolari, quali ictus e infarti, diabete mellito di tipo 2. Pertanto, per prevenire queste patologie, è consigliabile limitare il consumo di carne rossa a una o due volte alla settimana e preferire un maggior consumo di pesce, di legumi e di verdure.

Il quarto peccato è costituito dallo scarso consumo di vegetali. L’Atlante delle malattie cardiache e ictus cerebrale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indica che lo scarso consumo di frutta e verdura è responsabile, nel mondo, del 31% dei casi di malattia coronarica e dell’11% degli ictus cerebrali. Se ogni cittadino dell’Unione europea consumasse 500 grammi di frutta e verdura al giorno, si eviterebbero più di 135 mila morti all’anno per malattie cardiovascolari. Adeguate quantità di frutta e verdura, oltre a proteggere da malattie cardiovascolari, neoplastiche, respiratorie (asma e bronchiti), cataratta e stipsi, assicurano un rilevante apporto di carboidrati complessi, nutrienti (vitamine, minerali, acidi organici), sostanze protettive antiossidanti e riducono la densità energetica della dieta, grazie alla sensazione di sazietà che generano.

Il quinto peccato è costituito dallo scarso contenuto di fibra. Ai cibi raffinati viene ovviamente tolta la fibra che però ha un ruolo importante nella fisiologia dell’apparato gastrointestinale. La fibra solubile, di cui sono ricche frutta e verdura funge da tampone per l’assorbimento di zuccheri e grassi, riduce le LDL e aumenta le HDL mentre la fibra insolubile, che si trova prevalentemente nei cereali integrali e nei legumi serve ad ottimizzare il transito gastrointestinale e l’alvo. Ricordiamo, segnatamente, che i legumi, oltre a ingenti quantità di fibre, contengono molte proteine vegetali, pochissimi carboidrati e grassi. Andrebbero consumati almeno una volta alla settimana.

Il sesto peccato è costituito dall’eccessivo consumo di cibi raffinati, industrialmente preparati e spesso ultraprocessati. Sono prodotti dall’industria alimentare, con modifiche sostanziali rispetto alla struttura originaria degli alimenti. Prevedono l’impiego di additivi (antiossidanti, stabilizzanti, coloranti e conservanti) e aromi per diversi scopi: aumentarne l’appetibilità, migliorare la conservabilità, imitare le qualità sensoriali degli alimenti degli altri gruppi, mascherare qualità sensoriali indesiderate del prodotto finale o per dargli aspetti utili alla propaganda e commercializzazione.

Il settimo peccato è costituito dall’ errato equilibrio sodio-potassio. La dieta occidentale ha un contenuto di sodio molto più elevato del contenuto di potassio. Questa inversione dell’equilibrio sodio-potassio è stata correlata ad ipertensione, ictus, calcoli renali, osteoporosi, tumori gastrointestinali, asma e insonnia.

La soluzione al problema consiste nel tornare ad una alimentazione naturale che si basi sul consumo di cibi nella loro forma più pura, non elaborata e senza additivi industriali. Include frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi. Si tratta di un approccio all’alimentazione che privilegia cibi freschi, integrali e naturali, preferibilmente biologici e locali. Questo è il tipo di alimentazione che, oltre a farci dimagrire senza soffrire, aumenta salute e benessere. 

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