Articolo di dicembre 2025

Dimagrimento e pelle

Dimagrimento e pelle

Se c’è una condizione nella quale è importante prendersi cura della pelle, questa è rappresentata dalle oscillazioni del peso corporeo. Infatti, ingrassare o dimagrire sottopone la pelle ad uno stress e anche quando la dieta, oltre a promuovere il dimagrimento, contribuisce a mantenere la pelle in condizioni ottimali, possono verificarsi cambiamenti della cute che richiedono il ricorso alla cosmesi. Quindi, per avere una pelle sana e bella, oltre alla dieta, dobbiamo occuparci in primo luogo della sua cura. Il primo intervento consiste nell’igiene. Sulla nostra epidermide, infatti, vive una flora batterica formata da tantissimi microrganismi, tenuta in perfetto equilibrio da alcune proteine. Si distinguono due tipologie di flora batterica: quella residente e quella transitoria. Quella residente è innocua e migliora le capacità barriera della pelle, ostacolando la crescita di microbi patogeni. Quella transitoria, invece, è potenzialmente pericolosa e colonizza il nostro corpo per contatto con oggetti o persone, che potrebbero anche passare germi nocivi. Recentemente sono state scoperte delle proteine antimicrobiche che servono a regolare la proliferazione dei batteri sulla pelle. Nel tentativo di liberarsi della flora batterica transitoria, però, si corre il rischio di eliminare anche la flora batterica residente, proteine comprese, responsabili di questo delicato e prezioso equilibrio.  È quello che accade se ci si lava troppo spesso con acqua e saponi aggressivi, soprattutto se non è necessario, oppure se si utilizzano costantemente i disinfettanti portatili, dannosi anche sui più piccoli. Quindi, l’igiene è importante, a patto, però, che non sia eccessiva. Del resto, non dimentichiamo che un’attenzione eccessiva per la pulizia può nuocere alla nostra pelle, in quanto è un tessuto che, per sua natura, ha imparato a difendersi autonomamente da molti tipi di infezione. Più ci si lava, infatti, più si altera la natura strutturale della pelle e se ne distruggono i microrganismi buoni, con il rischio di essere ancora di più esposti a infezioni, dermatiti e allergie. 

Per mantenere la nostra pelle in condizioni ottimali non occorre soltanto conoscere l’anatomia della fisiologia della cute, ma occorre conoscere e valutare anche lo stato estetico della pelle, discriminando tra pelle normale, pelle grassa, pelle secca e pelle flaccida. Tuttavia, a prescindere dal tipo di pelle di fronte alla quale ci troviamo, il primo intervento da cui partire è costituito dal lavaggio. Gli elementi basilari per provvedere al lavaggio sono costituiti dall’acqua e dal sapone. Il primo elemento fondamentale del lavaggio è, dunque, costituito dall’acqua. Quella normalmente utilizzata è l’acqua che sgorga dal rubinetto di casa. Tuttavia, questa varia molto da zona a zona in funzione del grado di mineralizzazione (più o meno calcare) e del grado di trattamento chimico subito (aggiunta di cloro). Per ovviare a questi inconvenienti è possibile, quindi, ricorrere all’acqua distillata e depurata che, ormai, si trova in vendita in tutti i supermercati per i ferri da stiro. 

Il secondo elemento fondamentale del lavaggio è costituito dal sapone. Tuttavia, I saponi commerciali, dai colori smaglianti, dal profumo allettante e dalla schiuma facile, altro non sono che una combinazione di sostanze chimiche in grado di danneggiare la cute. Lo sanno molto bene i dermatologi. Tutte questi saponi notevolmente detergenti, causano spesso un eccessivo sgrassamento della cute in seguito all’asportazione della pellicola Idro-lipidica dello strato corneo, ovvero quello più superficiale e a diretto contatto con l’ambiente esterno.  Si viene così a perdere l’integrità, l’impermeabilità e la resistenza della cute agli insulti fisici e chimici, provenienti dall’ambiente esterno, con un aumento delle reazioni allergiche e delle patologie correlate.

Il sapone che deterge bene senza danneggiare eccessivamente la pelle è il vecchio sapone di Marsiglia. Viene ancora prodotto in Francia da saponifici tradizionali che impiegano esclusivamente olio di oliva e che sulle quattro facce del cubo di sapone riportano impresso “70% Huile d’olive”. Diffidate di tutte le imitazioni che riportano sull’etichetta la scritta “tipo Marsiglia” in quanto si tratta di saponi di origine animale e non vegetale che nulla hanno a che vedere con l’autentico sapone di Marsiglia.

In conclusione, pulizia sì, ma con delicatezza e, soprattutto, senza essere maniacali. 

Acqua e Sapone

Acqua e Sapone

Processo alla carne

Processo alla carne rossa

Articolo di novembre 2025

Processo alla carne rossa

È vero che il consumo di carne rossa aumenta l’incidenza del cancro? Risposta affermativa! L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione, organismo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che valuta e classifica il potere cancerogeno di molte sostanze, ha stabilito che la carne rossa è probabilmente cancerogena e che la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) è sicuramente cancerogena. Inoltre, gli studiosi concordano sul fatto che gli individui che seguono diete ricche di proteine animali, soprattutto carni rosse e lavorate, hanno un maggior rischio di sviluppare, non soltanto tumori, ma anche malattie croniche non trasmissibili come diabete, obesità, malattie cardiovascolari, renali e neurodegenerative, oltre a diverse forme di cancro e infezioni. Allora meglio essere carnivori o vegetariani? E siamo sicuri che sostituire sempre la carne con verdura e frutta ci faccia vivere più sani e più a lungo? Oppure è meglio un regime alimentare equilibrato e senza estremismi? Gli Antichi asserivano che nella metà sta la virtù! In medio stat virtus! Il dibattito è aperto!

Sul fatto che lo sviluppo di tumori sia strettamente correlato al consumo di carne rossa, non esistono dubbi. Lo provano gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non dimentichiamo, poi, che il consumo di carne rossa, oltre ad aumentare l’Incidenza dei tumori, può aumentare anche quella delle iperlipemie, dell’aterosclerosi, delle trombosi, degli infarti e degli ictus. Tuttavia, affinché questo possa avvenire devono sussistere alcune condizioni. 

Il consumo dev’essere eccessivo, la dieta dev’essere sbilancia e devono sommarsi altri fattori di rischio. Infatti, se il consumo di carne rossa non eccede i 500 grammi alla settimana, se viene inserito in un regime alimentare di tipo mediterraneo, ricco di alimenti vegetali, quali frutta, verdura, legumi e olio extravergine di oliva e se vengono aboliti fumo, alcol e sedentarietà, il rischio scompare. Quindi, in assenza di complici, la carne rossa può essere assolta e diventare un valido e salutare alleato delle diete. Ma conosciamo meglio questo alimento.

La carne rossa appartiene al 1° gruppo di alimenti del quale fanno parte anche le carni bianche, i pesci e le uova. Esistono 4 tipi di carne rossa: le carni fresche, le carni trasformate, i fast-food a base di carne e le frattaglie. Il termine carne rossa si riferisce a tutte le carni di mammiferi che la maggior parte della popolazione mondiale mangia: bovini, suini, equini, e ovini.

Quali sono le caratteristiche nutrizionali di questo alimento?

Le carni rosse sono formate da proteine ad elevato valore biologico. Sono insostituibili nell’apporto di alcuni minerali. Ferro e Cobalto: contrastano l’anemia. Manganese: contrasta l’infertilità. Zinco: contrasta le patologie epatiche. Selenio: contrasta le cardiopatie. Cromo: contrasta l’invecchiamento. Apportano significative quantità di vitamine del gruppo B. Tiamina B1: sostiene sistema nervoso. Riboflavina B2: regola accrescimento. Niacina B3: impedisce pellagra. Piridossina B6: regola metabolismo. Colina B7: trasforma i grassi. Acido folico B9: sintetizza timina. Cobalamina B12: impedisce anemia. Apportano carnitina. Recenti studi ne hanno dimostrato l’importanza come trasportatore di radicali acidi attraverso la membrana mitocondriale. La carnitina regola il metabolismo degli acidi grassi favorendone l’ossidazione all’interno dei mitocondri. Sono prive di sostanze residuali. Sono alimenti facilmente digeribili. Differiscono per qualità e quantità di grassi. Contengono prevalentemente grassi saturi e colesterolo in proporzioni variabili a seconda del tipo di taglio e di animale.

In conclusione, pur restando sempre valide le raccomandazioni delle principali Società scientifiche e dell’OMS rispetto alla riduzione della carne nella dieta, uno stile di vita sano basato sul mantenimento del peso nella norma, sul praticare attività fisica e sul seguire una dieta bilanciata che comprenda altre fonti proteiche come uova, pesce e legumi, permette comunque un moderato consumo di carne rossa.

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